giovedì 30 aprile 2009

We want you!

"La justice nique sa mère, le dernier juge que j'ai vu avait plus de vice que le dealer de ma rue"


Veramente finiremo anche noi, non solo in periferia (ammesso che ciò già non succeda), come nel film 'La Haine', a vedere i nostri quartieri circondati da volanti della polizia, a dover esibire i documenti per entrare in casa propria?
Per la paura di cosa o chi? Stanno davvero esagerando lì con questo clima di timore, paura e sospetto che cercano di insinuare nelle nostre menti. 'Loro' sono la colpa di tutti i problemi del nostro paese, dall'economia che non va perchè rubano i lavoro agli 'onesti' italiani, alla delinquenza perchè secondo molti sono i dententori di un male che è sempre esistito, in ogni epoca e società, senza distinzione di culture. Oggi è un giorno difficile per me perchè finalmente ho notizie precise di quello che è successo ad un nostro amico che ha la sfortuna ( ricchezza invece per i sani di mente) di essere marocchino: sabato scorso gli hanno bruciato la casa e oggi ha trovato una svastica sulla buca delle lettere... è preoccupato perchè non ha quei 'conti in sospeso' per i quali dubiti in questi casi; è una delle persone più oneste che conosca e il suo pensiero va a qualche vicino di casa razzista...
Cazzo, a questo siamo arrivati? Sono cose che vedi o senti nei media e pensi che nella tua città, ad un tuo amico, questo non possa mai accadere perchè in fondo si spera sempre che un minimo di tolleranza sia rimasta. E invece no, perchè apro il giornale e leggo attentamente che l'articolo 45 del disegno di legge sulla sicurezza prevede che anche i presidi e gli insegnanti denuncino i genitori irregolari che iscrivono i figli a scuola: ma allora tutte le belle parole sul recupero dei bambini, la fascia debole per eccellenza, per toglierli dalle strade o dal mendicare, dove stanno?!? Ma di che cazzo di sicurezza stanno parlando? La garanzia di una giustizia con processi equi e giusti (senza distinzioni se si tratta di un politico o di un cittadino normale), che non venga esasperata a seconda della razza di chi commette reato,questa è sicurezza; sicurezza di essere uguali tutti e non di vivere in un terrore ingiustificato che per loro funziona da capro espiatorio! Non un telegiornale ha parlato del presidio davanti a Piazza Montecitorio promosso da CGIL,ARCI,federazione delle chiese evangeliche e altri contro il pacchetto sicurezza perchè la questione della scuola è fondamentale: il diritto all'educazione e all'istruzione è sancito dalle convenzioni internazionali come la Convenzione sui diritti dell'infanzia dell'ONU approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 a New York ed entrata in vigore il 2 settembre 1990. L’Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 e a tutt’oggi 193 Stati, un numero addirittura superiore a quello degli Stati membri dell’ONU, sono parte della Convenzione.
La Convenzione agli articoli 28 e 29 parla di educazione del fanciullo e dell’impegno degli Stati a favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità, senza discriminazioni, come previsto nell’art. 1: “Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza.”, come nel caso del permesso di soggiorno.
Vorrei capire un sacco di cose ma soprattutto se l'Italia firmi queste convenzioni come se fossero autografi (e visto chi ci rappresenta non mi stupirebbe) e se pensa, soprattutto, alle conseguenze devastanti che quest'odio ha sulla gente onesta!

sabato 25 aprile 2009

Resistenza sempre!!!


...Perchè il 25 Aprile non sia solo oggi... ma SEMPRE!!!

giovedì 23 aprile 2009

La migliore delle polizie


La migliore delle polizie non indossa la divisa, doppia, tripla, torbida, incolore, informe. Si immischia in tutto, si mischia con tutto, si sente ovunque. Centrale, senza rumore, senza nulla di scritto, senza nessun odore di qualsiasi grilletto, certe volte anche con dei talenti da poeta.
La migliore delle polizie rimane ineguagliabile nell'arte del "metterci a tavola", ai nostri posti, in gabbia, docilmente, senza effusioni ne rabbia, senza l'utilizzo di giochi strani, di nessun bracciale dalla serratura metallica.
La migliore delle polizie non estorce informazioni, non perde ore del suo tempo nel fondo di una caserma puzzolente a far colare il sangue dell’ultimo prigioniero (sfigato) decaduto in una cellula di correzione.
La migliore delle polizie caccia sui terreni di questo paradiso terrestre che vende chiavi in mano, dove si conosce il modo di procurarti la voglia di niente, la paura di tutto, il terrore della gioia, l’angoscia della malinconia.
La migliore delle polizie è tutto quello che ti viene preso, tutto quel che ti viene lasciato, tutto quel che uccidono in te, tutto quel che viene masticato, tutto quel che ti viene sputato, tutto quel che becchi per mantenere il gusto di ammuffire a credito in un cazzo di buco.
La migliore delle polizie è il tuo lavoro, la tua tele, i tuoi crediti, i tuoi ansiolitici, neurolettici, antidepressivi, e tutto quel che prendi per piangere meno forte durante la notte.
La migliore delle polizie sono i tuoi sorrisi forzati quando vieni messo da parte, le trattenute sul tuo stipendio e il conto scoperto prima della fine della settimana. E’ la paura di fare un passo, poi due, poi tre, perché da piccolo, ti hanno detto che eri una merda e hai finito per crederlo.
La migliore delle polizie è tutto quel che ti fa rigare dritto col tuo proprio consenso, senza mai digrignare i denti quand’anche proponessero d’incularti.
La migliore delle polizie, è quando i poveri sanno stare al loro posto senza la necessità di randellarli, di cucirli la mascella o di rinchiuderli in prigione.
La migliore delle polizie è tutto quel che ti viene insegnato di meglio, dalla culla alla tomba…tutto quel che becchi per mantenere il gusto di ammuffire a credito in un cazzo di buco...tutto quel che becchi per mantenere il gusto di ammuffire a credito in un cazzo di buco...

Questo pezzo è tratto da “La meilleure des polices” scritto dal gruppo “La rumeur” che si trova nell’album “Du coeur à l’outrage”. Questo è solo uno dei tanti pezzi devastanti scritti da questo gruppo hip hop francese che piacciono tanto a Sarkozy (ha denunciato il gruppo diverse volte ma ha sempre perso… tiè!). Sono caratterizzati dalla loro scrittura cruda, incisiva ma consapevole: dei veri poeti urbani! Chissà: magari un giorno in Italia un gruppo hip hop potrà vendere un sacco di dischi facendo singoli di spessore invece di essere bombardati da egocentrici che si applaudono da soli (ogni riferimento a persone realmente esistenti non è casuale). Mah… Analizzando il tutto potrei concludere dicendo che “la migliore delle polizie è la rapina mentale che abbiamo consapevolmente accettato aprendo le porte senza la minima resistenza”. Uhm… Quasi quasi mi rimetto a scrivere! Uhn... forse no!

martedì 14 aprile 2009

"MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..." (di Giacomo Di Girolamo)


Questo testo, me lo sono trovato su Facebook e mi ha lasciato un qualcosa dentro che non saprei definire. Non volevo scrivere post su quel che è sucesso in Abruzzo, ma dopo aver letto questo mi piacerebbe avere una vostra opinione. E' un testo discutibile, nel bene e nel male direi.

"Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.


Giacomo Di Girolamo

Che ne dite?

mercoledì 8 aprile 2009

Previsioni

Lo avevano comunicato a Marzo ma in queste ultime settimane ha pesantemente piovuto sulla città di Torino e provincia e l'incubo dell'esondazione del Po è diventato realtà in modo limitato, coprendo per l'ennesima volta i locali dei Murazzi.
Il comunicato emanato dall'ufficio stampa del Comune di Torino in data 8 Marzo parla di modifiche al progetto della diga Michelotti e di aggiunta di ulteriori opere: l'importo complessivo sarà di 544 mila di € in più oltre all' 1,6 milioni preventivati.
La diga consiste in uno sbarramento di calcestruzzo su cui poggerà una parte gonfiabile in tessuto multistrato “rubber dam”, con sistema di riempimento ad acqua: il dispositivo è curvilineo, più adatto a seguire la forma dello sbarramento e ha due sole campate, in sostituzione del sistema ad aria con quattro campate rettilinee previste dal progetto. Dovrebbe garantire la navigabiltà del fiume in periodi di siccità e ridurre le esondazioni in caso di piena. Le modifiche riguarderanno anche la necessità di garantire una maggiore impermeabilità al vecchio manufatto ( RICORDIAMO CHE RISALE AL 1815 E CHE QUESTA NON é LA PRIMA E PIù GRAVE ESONDAZIONE) realizzando una seconda fila di colonne compenetrate alla prima: una parte deteriorata dello scivolo sulla sponda sinistra verrà sostiutita con un tubolare di 7 metri e mezzo, rendendo uniforme tutto il sistema di regolazione della traversa.
E intanto fra lavori interrotti e progetti poco chiari succede questo:

(Foto: Francesco Del Bo)

Anche questo è difficilmente prevedibile...?

sabato 4 aprile 2009

Quanto vale un vita

In luoghi lontani dai nostri occhi molto spesso si consumano degli omicidi autorizzati contro chi è più debole: ciò che dovrebbe curare e far stare meglio ma anche far progredire una società spesso, si rivela letale. Sulla mia coscienza, così come su tutte le vostre, dovrebbe pesare come un macigno la vita di centinaia di bambini che ora non ci sono più o che versano in condizioni irreversibili. Se possiamo permetterci di andare in farmacia e comprare un medicinale o se possiamo accedere a determinati vaccini è perchè, in questi luoghi lontani, qualcuno, prima di noi, li ha usati. Ci sono, insomma, delle vere e proprie cavie che le case farmaceutiche utilizzano senza scrupolo alcuno per testare i propri farmaci; così, la nostra società progredisce scientificamente, ma tante altre rimagono nell'oblio, prive di quella forza che sarà il futuro di ogni nazione: i bambini.
A rimetterci sono sempre le fasce deboli della società,come nel caso di una casa produttrice di un antiretrovirale ( spesso usato come prevenzione dell'Hiv):hanno avviato la sperimentazione sulla comunità omosessuale di San Francisco, su gruppi di prostitute in Cambogia e Cameroon e su eterosessuali nigeriani; malignamente penso, su quelle fasce di popolazione che,anche se muoiono, non importa a nessuno.
Nel 1996 a Kano, Nigeria, scoppiò un'epidemia di meningite che colpì soprattutto bambini (si arrivò anche a 120 nuovi contagi al giorno) e dei quali si prese carico Medici Senza Frontiere attraverso la somministrazione di un antibiotico approvato dall'OMS; in pochissimo tempo sopraggiunsero i medici della Pfizer con un'équipe attrezzatissima che si mescolarono a quelli di MSF, iniziando la somministrazione di un loro nuovo farmaco, il TROVAN, che fino ad allora era stato sperimentato su UNA sola persona. Scelsero 200 bambini a cui somministrare il nuovo farmaco e a quelli del gruppo di controllo -necessario per le sperimentazioni- fu dato un dosaggio molto più basso dell'antibiotico approvato dall'OMS: 11 bambini morirono mentre i 189 sopravvissuti furono colpiti da gravissimi effetti collaterali,tra cui paralisi, perdita della vista e dell'udito. La casa farmaceutica ha sempre dichiarato che il tasso di mortalità fu ben inferiopre alla norma ma chissà come mai dopo l'approvazione del Trovan nel 1997, si assistette ad una drastica riduzione del suo utilizzo a partire dal 1999 quando, una serie di morti per insufficienze epatiche, furono fatte risalire al farmaco in questione.
Il governo nigeriano fece così causa alla Pfizer che respinse ogni accusa: furono chiesti 7 miliardi di dollari poichè la casa farmaceutica non ottenne mai l'approvazione dalle agenzie normative né tantomeno aveva cercato e ricevuto l'approvazione per condurre prove cliniche prima della sua condotta illegale. E' di ieri la notizia che si è chiuso il processo e la Pfizer dovrà pagare 75 milioni di dollari come risarcimento alle autorità locali: 35 milioni di dollari andranno ai familiari delle vittime e ai bambini rimasti menomati, altri 30 milioni serviranno a ristrutturare l'Ospedale delle malattie infettive dove era stata fatta la sperimentazione e i restanti 10 milioni di dollari serviranno a pagare le spese giudiziarie sostenute dallo stato di Kano.


http://www.youtube.com/watch?v=edikv0zbAlU : questa è una breve intervista al Dottor Maurice Hileman, il maggiore esperto di vaccini del mondo, che spiega come la Merck ha diffuso leucemia,AIDS e altre malattie terribili.

http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=wg-52mHIjhs&feature=related : nelle Filippine ( e non solo) 3 milioni di donne hanno assunto vaccini contaminaticon l'ormone B-hCG, un anti fertile.

Nel 2007, a Buenos Aires, morirono 12 bambini di pochi mesi durante la somministrazione di un vaccino contro lo pneumococco da parte della casa farmaceutica GlaxoSmithKline (uno dei medici responsabile della cura, Enrico Smith, affermò che "...dodici vittime su quindicimila casi è un numero molto basso, notevolmente inferiore ai bimbi che muoiono ogni anno per le malattie legate al virus dello pneumococco. Chi ci critica non prende in considerazione il fatto che la mortalità infantile in queste regioni è molto alta, indipendentemente dalla nostra presenza".



mercoledì 1 aprile 2009

Tutti per uno, uno per tutti

Il ventunesimo summit dei paesi arabi, tenutosi a Doah,si è chiuso questo lunedì 30 marzo con un'intenzione unanime che non ha subito contestazioni, se non un timido accenno del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon all'espulsione delle 13 organizzazioni umanitarie: tutti hanno rigettato le accuse della Corte Penale dell'Aja e hanno ufficializzato il loro supporto nei confronti del Sudan e di Omar el-Béchir.
Intanto in Darfur altre 10 organizzazioni umanitarie verranno espulse e anni di distruzioni,guerre e fame saranno cancellati con un colpo di spugna:per i capi dei paesi arabi non vi sono stati crimini di guerra e contro l'umanità...Chissà che cosa non si nasconde sotto questo appoggio che sa tanto di convenzioni economiche e militari siglate sotto banco di cui nessuno saprà mai nulla; chissà quali territori o schiavi verranno venduti a chissà chi; chissà quante stragi stanno cercando di nascondere...
Ma tra tutte, la dichiarazione che più mi ha lasciato senza parole e con uno stato d'animo pieno di vergogna per far parte di questo pianeta, è stata quella del presidente dell' Unione delle Comores,arcipelago situato nell'Oceano Inidano a 400 km dal Madagascar.
Non sapevo quasi nulla di questo paese ma leggendo su internet ho scoperto che è un territorio con forti radici islamiche, che tra il XVI e il XIX secolo ha subito la schiavitù, abolita il 27 Aprile del 1848. Fu un protettorato francese che ottenne l'indipendenza nel 1974 e che da quel momento fu tentativo di almeno 20 colpi di stato. Il motto del paese (' unità-solidarietà-sviluppo') sembra però avere difficile applicazione: uno degli ultimi tragici avvenimenti è datato 25 marzo 2008, quando il colonnello Mohammed Bacar, eletto presidente nel 2001, indisse delle elezioni, giudicate poi illegali, nel 2007 per confermare il suo potere, contraddistinto da torture e prigionie. L'attuale presidente è Ahmed Abdallah Mohamed Sambi chiamato l' 'Ayatollah' per il tempo trascorso in Iran a studiare l'Islam. E sapete che cosa ha avuto il coraggio di affermare questo uomo???!!!
Che El-Béchir meriterebbe il premio Nobel per la pace...
Di questi tempi però la concorrenza è forte,chissà se questo lo aiuterà a vincere...