sabato 29 agosto 2009

C'è ancora a chi va bene...


Sto frequentando un corso di due settimane, nove ore al giorno, sabato compreso, per lavorare poi due mesi in un call center di una nota compagnia telefonica. Ma non voglio scrivere del numero spropositato di ore previste dalle lezioni, per altro incomprensibili a chi non è programmatore informatico e nemmeno della quasi certezza che non è previsto un rinnovo, ma bensì dei miei futuri colleghi, la maggior parte dei quali si aggira sui 27 anni e più. Ed è triste notare che tra loro non c'è un'idea, un progetto, una convinzione in qualsiasi cosa, un ideale che ti spinga a pensare e a provare ad agire in un determinato modo. Oggi è stato il turno della 626, insomma di quella marea di 'fregnacce' che stanno a cuore solo a noi lavoratori e il discorso è inevitabilmente degenerato, per colpa mia - lo ammetto- , sull' impossibilità per noi, gente adulta, di fare progetti, di pensare un futuro perchè piegati alla logica del lavoro interinale e a tempo determinato; la mia considerazione è scaturita dall'insistenza del formatore sulla possibilità di trovare un lavoro stabile (nonostante sia evidente che non è proprio possibile, almeno qui) , perchè no, diventando anche imprenditori di sè stessi: in pratica dovremmo usare i soldi di ben due mesi di lavoro per aprirci una partita iva e crearci un lavoro, per di più innovativo, che comunque giri intorno al meccanismo del call center, perchè è vero che hai una laurea ma devi pure accontentarti. Insomma, i soliti discorsi che non portano a nulla se non a farti incazzare (scusate!) e ad avere ulteriore conferma che non c'è una via di scampo auspicabile. Il mio civile scambio di opinioni, per altro supportato da validi esempi nonchè esperienze personali è stato brutalmente interrotto da una voce:

" La rivoluzione non parte da un'aula"

Mancavano gli applausi agli sbuffi di chi, evidentemente, non è minimamente toccato da queste tematiche perchè ha il culo parato o semplicemente non ha il coraggio o la voglia di lottare:è la mentalità di noi italiani dormienti, che ci lamentiamo ma, alla fine, ci sta bene così perchè tanto sono sempre i soliti a rischiare...!
E se la rivoluzione non parte da un'aula, come si arriva alla piazza?!?

sabato 22 agosto 2009

رمضان

“O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati; - [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo , c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste! - E' nel mese di Ramadan che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l'inizio] digiuni . E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete riconoscenti! - Quando i Miei servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono vicino! Rispondo all'appello di chi Mi chiama quando Mi invoca. Procurino quindi di rispondere al Mio richiamo e credano in Me, sì che possano essere ben guidati.- Nelle notti del digiuno vi è stato permesso di accostarvi alle vostre donne; esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro. Allah sa come ingannavate voi stessi. Ha accettato il vostro pentimento e vi ha perdonati. Frequentatele dunque e cercate quello che Allah vi ha concesso. Mangiate e bevete finché, all'alba, possiate distinguere il filo bianco dal filo nero; quindi digiunate fino a sera. Ma non frequentatele se siete in ritiro nelle moschee. Ecco i limiti di Allah, non li sfiorate! Così Allah spiega agli uomini i Suoi segni, affinché siano timorati”.



Un augurio di buon Ramadan ai fratelli musulmani.

giovedì 20 agosto 2009

Non c'è più religione...


Nella regione (la mia) del Rifugio Diffuso - progetto avviato con la collaborazione dell'assessore Borgione per fornire ospitalità a giovani immigrati- non è decisamente tutto oro quello che brilla.
A Varallo Sesia, nella padana (anche nei colori politici) Vercelli, il sindaco Gianluca Buonanno, che già si distinse per i suoi tolleranti discorsi alla camera dei deputati ( http://www.youtube.com/watch?v=OKFjYuUiUC4 o http://www.youtube.com/watch?v=ftXRRFUdgn0&feature=related o ancora http://www.youtube.com/watch?v=Cm8QCnPnlNE&feature=related; comunque su youtube c'è una vasta antologia che lo riguarda ) decide di vietare l'ingresso nelle piscine e nei torrenti alle donne musulmane che indossano il burkini, versione lontana anni luce dai sempre più striminziti costumi occidentali.
Il sindaco afferma che "La vista di una 'donna mascherata' potrebbe cerare turbamento, soprattutto tra i più piccoli, senza parlare poi di eventuali problemi igienici" e continua "Non ci inchiniamo rispettosi verso usanze e atteggiamenti che non sono proprie della nostra civiltà, non dobbiamo per forza essere sempre tolleranti! Proviamo a immaginare il bagno di una donna occidentale in bikini in un paese musulmano: la conseguenza potrebbe essere la decapitazione, il carcere, l'espulsione. Noi ci limitiamo a vietarne l'uso e se questa decisione creerà qualche malumore, potranno scegliere di immergersi con il burkini nella loro vasca da bagno".
Innanzitutto il signor Buonanni deve spigare quali rischi igienici potrebbe arrecare questo indumento, fatto di un materiale non diverso da quello dei costumi più tipici ma solamente più coprente; e poi, da quando ci si preoccupa del turbamento dei bambini in una società in cui vengono lasciati per ore e ore davanti ad una tv molto spesso in balie di tette, culi, gatte nere, immagini raccapriccianti di gente con la bava alla bocca che, forte del potere e del consenso, spara a zero su tutto e tutti! E infine: come si pensa di iniziare (perchè,diciamocelo, qua in Italia siamo ancora ben lontani) una via per l'integrazione se si deve decidere chi per primo e nei confronti di chi bisogna essere tollerante? E' possibile andare avanti a ragionare in base al ' se non lo fanno loro, perchè dobbiamo farlo noi?' :si risolve davvero tutto nel profetico chi ce l'ha più duro bossiano?!? E' proprio ridicolo tutto ciò!!!
Io non so che spiagge sia abiutato a frequentare il sindaco di Varallo o chi la pensa come lui ma se facesse un salto nelle bellissime spiagge del Marocco o di altre località del Maghreb noterebbe un gran numero di donne, musulmane e non, in bikini: il fatto di parlare di decapitazione o incarcerazione è solo uno strumento infido per seminare terrore e diffidenza!Vergogna!

martedì 11 agosto 2009

Il bisturi mettetevelo in quel posto!!!


Siamo il paese delle contraddizioni, il luogo per eccellenza dei buoni esempi a parole ma che poi i fatti smentiscono regolarmente! E questa volta non voglio parlare di politica ma di un problema che affligge moltissime donne che non riescono ad accettare il proprio corpo.
In certi periodi dell'anno gli schermi delle tivù vengono inondati da pubblicità e campagne sociali che dovrebbero sensibilizzare su tematiche come l'anoressia e la bulimia: tutto questo dura qualche giorno e le persone che ne sono interessate passano poi inosservate... di nuovo. Lodiamo interventi come quelli della Spagna affinchè nei negozi ci sia un ridimensionamento delle taglie dei capi di abbigliamento con lo scopo di seguire una giusta alimentazione piuttosto che il desiderio di una taglia 38 o ancora peggio 36. E ancora, quando qualcuno si ricorda, si occupa un piccolo spazio di un telegiornale per parlarne...
Per tutto il resto dell'anno e in particolari occasioni come quella estiva non si sente altro che parlare di diete, di maratona per arrivare praticamente perfette alla 'prova costume' e di astuzie per bruciare calorie nel minor tempo possibile; la televisione ci inonda con esempi di corpi provati da chissà quali esercizi o operazioni chirurgiche: il messaggio è che se si vuole riuscire, il trend da seguire è quello. Poco importa se poi i visi sono del tutto inespressivi e sciupati...
Il peggio lo si raggiunge quando per più di due ore si occupa un canale con ben due programmi a favore della chirurgia estetica, della quale si lodano solo le virtù e non si sottolineano le controindicazioni; per la serie, potete farlo tutte,basta avere i soldi e, aggiungo io, il coraggio, e diventerete bellissime. Ma poi che cosa è veramente bello? aggiustarsi dei piccoli difetti che diventano una ragione di vita o accettare il proprio aspetto e il proprio corpo?una donna è bella quando è consapevole della propria forza, dei propri mezzi non di certo quando si lascia trasportare dai dei modelli irraggiungibili. Non voglio di certo affermare che bisogna stare con le mani in mano ma di certo prendersi cura di sé stesse nel limite di ciò che è sano per il nostro corpo senza doverlo sottoporre a stress così forti. Quando una televisione mostra tutto ciò,allora, a cosa dobbiamo credere?
Una cosa è certa: le parole, le immagini sono uno strumento potentissimo e bisognerebbe fare davvero molta attenzione a come vengono usate perchè in quelle maledette trappole non ci cadono solo più le donne, purtroppo di ogni età, ma l'aspetto esteriore sta diventando un'ossessione anche per molti uomini.
Quando faremo finire tutta questa farsa?

venerdì 7 agosto 2009

Rifugio diffuso

In tempi monopolizzati da ronde, da giustizia fai da te e da profonda e disarmante intolleranza, Torino si distingue per un progetto importante, avviato già da qualche tempo.
Rifugio diffuso propone alle famiglie torinesi ma anche a coloro che risiedono nella prima e nella seconda cintura, di ospitare uno o due richiedenti asilo o rifugiati per motivi umanitari per un periodo di tempo di sei o di dodici mesi. In cambio di un contributo di 400 € circa e di una copertura assicurativa, le famiglie si impegnano ad offrire uno spazio adeguato, l’utilizzo dei servizi igienici, i pasti, il cambio e ricambio della biancheria e del vestiario,collaborando inoltre con una delle associazioni di riferimento ( Arci, Alma Terra e La Tenda) e con l’Ufficio Stranieri del Comune di Torino.
" Quando lo scorso gennaio abbiamo lanciato l'idea, i cittadini hanno risposto con grande curiosità..alla fine abbiamo selezionato venti famiglie, alle quali sono stati affidati altrettanti giovani di Niger, Sudan e Afghanistan" spiega l'assessore alla Famiglia e alle politiche sociali della città di Torino, Marco Borgione che prosegue " 400 euro al mese contro i 52 previsti dal sistema nazionale...potrebbe essere un modello di accoglienza capace di generare solidarietà e, al tempo stesso, far risparmiare soldi pubblici".
Nonostante il finanziamento previsto per il 2008 di 96 mila € del Ministero dell'Interno, il comune di Torino lo ha rinnovato per tutto il 2009.
E' questo ciò di cui un paese civile necessita: di esempi positivi orientati all'integrazione e non di certo di parole e gesti d'odio che, avvallati dai politici, sembrano ormai entrati con estrema naturalezza negli usi e costumi italiani.