sabato 31 ottobre 2009

Ordinarie porcherie alle quali ci stanno abituando

Un sabato pomeriggio come un altro a Torino, in tutti i sensi: un paio di persone fuori dall'ordinario ma, purtroppo, le solite reazioni; anzi, oserei dire che non mi sono trovata di fronte a delle vere e proprie reazioni: è una parola questa che uso con molta cura poichè, per quanto mi riguarda, implica una presa di posizione, una motivazione che ti spinge ad agire e parlare in un determinato modo, coraggio, insomma.
Quindici ragazzi in una via non casuale, via madama cristina, una della tante che si immette nello spaventoso quartiere - solo per chi non c'è mai stato- di San Salvario.
Uno striscione e una scritta in rosso, alla quale mi unisco con tutta la forza e la convinzione:

FUORI I FASCISTI DALLA CITTA'

Sì, una città che non sa più da che parte stia il suo sindaco, probabilmente in preda ad un attacco di crisi identitaria molto in voga in questo periodo. Ritorno al numero dei ragazzi perchè per loro si sono mobilitati decine di poliziotti:i miei occhi non hanno visto armi od oggetti contundenti ma solo tanta rabbia aumentata dalla decisione del sindaco di pseudo sinistra di chiudere tutti i centri sociali ma non una parola è stata spesa per quelli di casa pound!
Il piccolo corteo sfila pacificamente per la via, percorro poche centinaia di metri e mi imbatto in un altro corteo, decisamente diverso, più numeroso e con bandiere che vorrei solo veder bruciare. Uno striscione che inneggiava all'intifada e altra polizia decisamente inversamente proporzionale al numero dei partecipanti. I miei occhi questa volta vedono cinghie ma le mie orecchie inorridite per quello che stavano ascoltando, si riprendono quando al mio schifo ormai palesato dai miei commenti ad alta voce, si unisce quello di altri due ragazzi:un corteo con oggetti contundenti autorizzato e la polizia, nonostante avesse gli occhi come noi, faceva finta di nulla,anzi, ci ha dato dei coglioni.
E già ce ne sono di coglioni in giro... come un conoscente di una mia amica che si è visto oltre ai soliti capi di imputazione anche quello di associazione a delinquere per aver partecipato ad un rave con i suoi proiettori; quella notte non c'è stata un'irruzione ma i poliziotti si sono limitati a filmare le targhe di tutte le macchine parcheggiate in quella zona e la mattina dopo, l'amara sorpresa.
Vi posso parlare anche di un'altra cogliona, una mia amica, talmente cogliona che dopo dodici anni ha finalmente ottenuto la cittadinanza dopo aver subito i soliti controlli rispettosi dell'essere umano. Chissà cosa doveva ancora dimostrare una ragazza che oltre a studiare all'università, lavora e conduce una vita nella legalità, inconcepibile per molti.
Ora, le parole hanno un significato preciso ma quello che conta in assoluto è l'interpretazione che ne facciamo ed è per questo che preferisco essere una cogliona piuttosto che stare dall'altra parte e, i coglioni, non averceli affatto!

venerdì 23 ottobre 2009

The yes men fix the world


Presentato in anteprima nazionale - e probabilmente solo in questa occasione- il 13 Ottobre a Torino durante il Festival Cinemaambiente ( http://www.cinemambiente.it/ ), 'The yes men fix the world' vede per la seconda volta Andy Bichlbaum e Mike Bonanno alle prese con i colossi dell'economia mondiale.
Grazie ad un' estrema intelligenza e ad abilissime doti di travestimento, i due riescono anche questa volta ( ricordate l'edizione del New York Times di qualche tempo fa in cui si annunciava la fine della guerra in Iraq? eccone i fautori...) a mettere i bastoni tra le ruote alle corporations: uno dei bersagli è la Dow, la compagnia chimica responsabile della catastrofe del Bophal, in India, nel 1984. Poco dopo la mezzanotte del 2 Dicembre si verificò la fuga di 40 tonnellate di isocianato di metile, un materiale altamente tossico e irritante, che uccise ufficialmente 1754 persone, ma fonti non ufficiali ne stimano più di 10.000, avvelenandone da 150.000 a 600.000.
Andy decide allora di fingersi portavoce della compagnia riuscendo ad apparire sulla BBC e ad annunciare a tutto il mondo che la Dow aveva finalmente deciso di risarcire la popolazione per quella strage. Tra lo sconcerto degli addetti ai lavori, mentre la popolazione pensava ad una buona notizia ( nel film loro appariranno più realisti dei giornalisti) le azioni della compagnia precipitano clamorosamente causando una perdita pari a due miliardi di dollari.
Quello che Andy e Mike vogliono dimostrare e soprattutto combattere è il fatto che il mercato che si è creato rende impossibile fare la cosa giusta poichè i leaders mondiali sono guidati dai loro dictat ormai patologici; un piccolo esempio sta in un'altra loro azione: ad una conferenza della Exxon fanno credere nella possibilità di creare un nuovo bio carburante creato tramite la combustione delle vittime per i cambiamenti climatici.
E le reazioni sono da non credere...

Insomma, quello che voglio dire oggi è che dovremo essere tutti degli Andy e Mike nel nostro piccolo: sono l'esempio di come con scarsi mezzi si possano raggiungere alte vette, basta crederci.
E sono anche la testimonianza di come, in un grande paese che lentamente si sta risollevando dalla crisi conomica, questa non viene utilizzata per far tacere ma decisamente il contrario!

http://theyesmenfixtheworld.com/index.htm

Il film è dedicato alle vittime del Bophal: http://www.bhopal.net/


mercoledì 14 ottobre 2009

Il clan rimane compatto



In questo post ( http://uhurunausalama.blogspot.com/2009/09/la-differenza-tra-una-democrazia-e-una.html ) descrivevo la situazione critica in Gabon dopo le elezioni di Ali Bongo, succeduto al padre. Elezioni che ai più sono apparse poco regolari già dalle prime battute: si attendeva solo più la decisione della Corte Costituzionale, alla quale era ricorsa l'opposizione insieme a molti privati cittadini. "L'elezione del Signor Ali Bongo Ondimba in qualità di Presidente della Repubblica gabonese è confermata" così ha annunciato la presidentessa della Corte, Marie-Madeleine Mborantsuo, dopo un' ora e mezza di consultazione, rigettando così le 11 richieste di annullamento. Ali Bongo avrebbe ottenuto il 41,79% dei voti mentre lo storico oppositore, Pierre Mamboundou, ha raggiunto il 25,64% , davanti al vecchio Ministro dell' Interno André Mba Obame, che ha invece raggiunto il 25,33% .
In un interessante video pre elezioni ( http://moubamba.com/discours-du-19-aout-2009-devant-l%E2%80%99assemblee-nationale-du-gabon/ ), uno dei candidati, Bruno Ben Moubamba, faceva appello alla mobilitazione del popolo gabonese, un popolo di 1,5 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali è costretta a vivere in degradanti bidonvilles nonostante sia il secondo paese africano più ricco, raccogliendo oltre 2 miliardi di euro all'anno, 1300 euro all'anno per ciascun abitante. Il Gabon è un paese ricco di risorse e di una terra fertile che dovrebbe garantire alla popolazione un tenore di vita ben diverso dalla miseria nella quale riversa ma la ricchezza si concentra nelle mani dei soliti pochi tra cui il clan Bongo, amico e partner economico della Francia.
Per l'ennesima volta le prospettive non sono delle migliori, e come dice un proverbio africano:

Quando gli elefanti combattono è sempre l'erba a rimanere schiacciata.

mercoledì 7 ottobre 2009

Ciò che l'occhio ha visto il cuore non dimentica. (Proverbio Malgascio)

Un volto che a molti dirà ben poco

Il 24 Settembre il capitano Moussa Dadis Camara si è proclamato nuovo presidente della Guinea, eletto dai suoi commilitoni. Intervistato, afferma di essere salito al potere per caso, grazie alle "sue molte qualità.. lo spirito patriottico e la sua generosità". Un leader descritto dagli altri militari come una persona " gentile e socievole, uomo dal temperamento caldo a cui piace trovare subito soluzioni ai problemi...un grande lavoratore, molto ambizioso".

Le immagini si riferiscono al 28 Settembre, qualche giorno dopo la proclamazione; uno folla immensa a Conakry...

Poi la repressione sanguinosa...




Secondo l'Organizzazione in difesa dei Diritti dell' Uomo del paese 157 persone sono state uccise, 1200 ferite e decine di donne violentate pubblicamente dall'esercito guidato da Camara, sebbene alcuni testimoni parlino di militari con uniformi non appartenenti all'esercito locale, con accento inglese e sotto l'effetto di alcool e stupefacenti;si pensa che si possa trattare di Liberiani.
L'opinione pubblica, nonchè la Francia e gli Stati Uniti guardano con orrore ciò che è accaduto ma a parte le parole di rito ancora nulla è stato fatto. L'opposizione in Guinea ha però chiesto che venga avviata un' inchiesta per far luce sul massacro chiedendo soprattutto l'arresto dei responsabili ormai identificati da molti testimoni, la restituzione alle famiglie delle salme, la liberazione di tutte le persone ingiustamente detenute oltre la messa in sicurezza di tutta la popolazione civile nonché degli uomini politici e dei diplomatici.


Se ogni guerra è una sorta di viaggio all'inferno, l'Africa è la sua scorciatoia. (Arturo Pèrez- Reverte)


Ps.un ringraziamento sentito a chi, come me, non chiude gli occhi...




martedì 6 ottobre 2009

Per chi 'ama' la verità...

Giù
le mani da Sandro Ruotolo!!!


Tutta la mia stima per uno dei pochi giornalisti rimasti che ha il coraggio di parlare della verità.
Non mollare!!!