Sono stati resi noti oggi dalla Fao i dati allarmanti a proposito della fame nel mondo;dati lontanissimi dall'essere risolti entro il 2015, anno entro il quale si sarebbe dovuta dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame nel mondo.
L'aumento del prezzo dei generi alimentari, oltre a quello del carburante e dei fertilizzanti ha contribuito ad un aumento di 75 milioni di persone al di sotto della soglia della fame, portando a 923 milioni il totale di coloro che vivono in tale condizione.
“Gli effetti devastanti dell’aumento dei prezzi sul numero delle persone che soffrono la fame vanno ad aggiungersi a quelle che erano già preoccupanti tendenze di lungo periodo”, ha affermato il Direttore Generale della FAO, Jacques Diouf. “La fame è aumentata mentre il mondo è diventato più ricco ed ha prodotto più cibo di quanto ne abbia prodotto nell’ultima decade”.
Sarà necessario un impegno concreto, forte, lontano dalle logiche di potere che hanno portato a questa catastrofe umana che ha implicazioni anche sulla scolarizzazione,sulla sanità, sullo sviluppo in generale.
Nel dicembre 2007 la FAO ha lanciato l’Iniziativa contro il rialzo dei prezzi alimentari per aiutare i paesi vulnerabili a prendere misure urgenti per incrementare la disponibilità alimentare e migliorare l’accesso al cibo.Nell’ambito dell’Iniziativa sono in fase di realizzazione progetti d’emergenza in almeno 78 paesi che implicano la distribuzione ai piccoli contadini di sementi, di fertilizzanti, di mangime animale e di attrezzi . Secondo Diouf “Per affrontare in modo sostenibile la crescente insicurezza alimentare che colpisce le popolazioni più povere”, “occorrono con urgenza investimenti diversificati e su larga scala” perchè “Nessun paese o istituzione potrà risolvere questa crisi da solo”. Secondo la FAO i paesi più colpiti dall’attuale crisi, la maggior parte in Africa, avranno bisogno di almeno 30 miliardi di dollari l’anno per assicurare la sicurezza alimentare e rilanciare sistemi agricoli trascurati. La riduzione della fame ha enormi contropartite e dovrebbe essere la priorità numero uno dello sviluppo, dice Stamoulis.“Ridurre l’incidenza della fame a livello mondiale fará migliorare di molto le possibilità di raggiungere gli Obiettivi del Millennio relativi alla riduzione della povertà e della mortalità infantile, alla scolarizzazione ed alla salute delle madri”, ha detto. La spesa pubblica per la riduzione della fame è un investimento con una grande contropartita”.
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