mercoledì 22 ottobre 2008

Intense sensazioni

Siamo davvero minuscoli esseri in questo mondo così grande; non contiamo davvero nulla, i nostri diritti sono calpestati da chi è più forte di noi, da chi ha i soldi; perchè questo mondo è sempre più dipendente da questo.

In questi giorni a Torino, la mia città, che a volte sforna rassegne interessanti, si è svolto il festival Cinemambiente ( ci è piaciuto molto per chi non lo avesse ancora capito), un concentrato di incontri e film su tematiche ambientali oltre che ad un secondo festival nel festival dedicato ai diritti umani, in occasione del sessantenario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Uomo ( Parigi, 10 Dicembre 1948).

Questi giorni sono stati un'esperienza devastante, in tutti i sensi, tanto da uscire dopo ogni proiezione con una sensazione di vuoto immenso, con la voglia di parlare, di gridare ma senza averne la forza. Forza che invece hanno mostrato tutte le persone descritte nei film: la mente non ha confini, certe esperienze la rafforzano e la rendono quasi indistruttibile.

Le domande che mi sono passate per la testa sono molte: facciamo davvero abbastanza per combattere certe situazioni? in concreto, come possiamo aiutare? Ci vuole anche una buona dose di fortuna e di soldi senza i quali sembra non si possa concludere nulla?

Io, dentro ad un cinema, con il cuore e la coscienza spezzati da scene di guerra, di donne violentate e di bambini che non sanno nemmeno cosa voglia dire la parola 'futuro'; fuori, magari, gente a cui queste cose non interessano perchè lontano da loro. E già, perchè interessarsi se in Darfur il capo di stato è il primo colluso con i responsabili del disastro umanitario che non accenna a smettere? Che differenza c'è tra quella giustizia e questa, in cui il presidente del consiglio si costruisce le leggi per continuare a decidere sulle nostre vite, e farlo in modo sbagliato?

C'è differenza tra uno stato di polizia, ed uno in cui viene mandato l'esercito per combattere chissà quale nemico? A molti manca il pane da mangiare qua, là muoiono centinaia di persone: non c'è differenza, non si può scegliere e decidere ma solo impegnarsi, sensibilizzarsi e farlo con gli altri, agire - per quanto ciò sia consentito-. Ogni stuazione, dalla più vicina a quella più lontana è una questione che ci riguarda in primo piano, perchè siamo tutti coinvolti dal momento in cui il nostro governo, gli stati occidentali, vanno a sfruttarne le terre e le risorse.

Gli occhi, le mani, i corpi devastati dalla guerra, i bambini abbandonati, le donne violentate ripetutamente ci devono interessare: non si può rimanere indifferenti, sarebbe come commettere i crimini che hanno subito per una seconda volta.

E così la forza di Emmanul Jal, ex bambino soldato ora cantante rap ( http://www.warchildmovie.com/), la cui vicenda è una stella in mezzo al buio delle migliaia di bambini affamati, che non hanno e forse mai avranno la fortuna di incontrare il proprio angelo salvatore, è diventata anche un pò la mia forza; una forza che uso in questo blog, perchè certe voci e vicende non rimangano inascoltate; la forza di gridare sempre, nonostante la voglia di fare molto di più per queste persone sia tanta. Ma i mezzi?

Siamo davvero costretti a vivere nell'indifferenza,non solo delle autorità ma anche altrui? Indifferenza verso persone incarcerate ingiustamente , addirittura una suora , barbaramente torturate, umiliate, e poi liquidate con 'è stato un errore'? E' possibile vivere in un mondo che permette le torture di Abu Grahib e Guantanamo, da parte di un paese che professa la libertà e la democrazia? ( SOUS LA CAGOULE, UN VOYAGE AU BOUT DE LA TORTURE ).

Che libertà è questa? Cosa insegneremo ai nostri figli se si sta assitendo ad una degenerazione delle coscienze e degli ideali?

Purtroppo non ho potuto farlo personalmente, ma ringrazio davvero tutte le persone, anche 'conosciute' tramite film, documentari (perchè sono reali, così come le loro storie), dibattiti, che hanno e continueranno ad incrociare il mio cammino.

4 commenti:

il Russo ha detto...

Credo che ai nostri figli non possiamo che trasmettere i nostri valori, anche attraverso film come quelli che tanto hanno colpito gli autori di questo blog, cosicchè possiamo formare degli uomini e donne libere, perchè solo la conoscenza e la cultura danno la Libertà.

Uhurunausalama ha detto...

@Russo:totalmente d'accordo con te!La libertà è fondamentale!

Alligatore ha detto...

Viviamo in uno dei periodi più illiberali della storia della nostra democrazia, e, paradossale, ci sono mille mezzi (come quello che stiamo usando) per comunicare e dibattere, per essere liberi. Cerchiamo di spiegarci questo.

Uhurunausalama ha detto...

@Alligatore:sì, è vero, avremo anche i modi per comunicare e farci sentire, ma spesso non bastano.Sembra che chi ha il coraggio di far sentire la propria voce sia una minaccia,quando sono loro ad esserlo.